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D'ORAZIO LELLI
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RAPPORTO TRA DESIDERIO E DELUSIONE: ALCUNE NOTE SULLA RELAZIONE NARCISISTICA
Giovanni D'Orazio
Oggi, parlando con un uomo afflitto dalla disillusione di un amore materno mai realizzato, ho pensato a tutti gli amori filiali che spesso si sono infranti nel narcisismo materno e sono esiliati in un continuo e straziante dolore di ciò che non si è mai realizzato. In effetti nell'animo di questi bimbi ormai grandi rimane una tormentosa delusione per non essere mai stati amati come i preferiti e spesso, come è accaduto a queste persone, riescono a sopportare tale delusione cercando di ricavare un minimo di affetto o riconoscenza adeguandosi ad essere la fonte principale che sorregge e dà vita alle necessità narcisistiche della propria madre. E così la loro vita si colora di relazioni tutte sovrapponibili e derivanti dalla stessa matrice nata nei primi tre anni, la matrice di una relazione di totale sostegno ai soggetti narcisistici, o per meglio dire al proprio oggetto relazionale interno narcisistico .Questi personaggi hanno operato all'inizio una rinuncia al proprio narcisismo infantile, che ha in tutti noi una matrice biologica dedicandosi al narcisismo materno attraverso il noto meccanismo della scissione e della identificazione proiettiva. Tale meccanismo ha costituito la base del compromesso per il conflitto interno caratterizzato dal desiderio narcisistico, da un lato e dalla paura di essere respinti o totalmente ignorati dalla propria.madre dall'altro. Trovando la soluzione nell'alimentare il narcisismo nella madre. Ora noi sappiamo che il narcisista, al di là delle apparenze, si può in effetti definire un povero disgraziato, infatti tutta la sua vita, tutti i suoi istanti di vita sono caratterizzati da alimentare suo infinito bisogno di sentirsi ammirato ed amato ricercando negli altri la fonte del suo desiderio di piacere a se stesso. Ha bisogno di quelli che chiamiamo rifornimenti narcisistici, è in effetti come una sanguisuga che vive del sangue degli altri non potendo vivere del proprio. Il suo bisogno di sentirsi al centro, cioè il suo bisogno di sangue altrui non basta mai, perché lui è costantemente in rosso come un conto corrente che fa acqua da tutte le parti. Non si può dedicare all'amore per l'altro perché il suo bisogno di ricevere glielo impedisce. Questo mio interlocutore, parlandomi ancora una volta dell'incontro con la madre, mi esprime la propria ennesima delusione e la propria rabbia. E' ormai consapevole dell'impossibilità biologica della madre a rinunciare al suo narcisismo nella relazione con lui. Parliamo allora del fatto che la radice della sua delusione è il desiderio di avere una madre dedicata tutta a lui. La radice di tale desiderio è biologica ed è presente in tutti i bimbi e quindi in tutti gli uomini di questa terra. Il desiderio è quindi innato e cerca la realizzazione on atti concreti affettivi da parte della madre. Quando questo non avviene totalmente o in parte, al desiderio si associa la delusione. Ogni desiderio umano ha come corrispettivo la delusione di grado più o meno elevato. A quel punto gli parlo dei bimbi abbandonati dai genitori biologici e che trovano aiuto nella adozione. I genitori adottivi non possono sostituire i genitori biologici, perché nessuno può sostituire i genitori biologici, però hanno il compito importante di confortare la delusione del loro desiderio di essere amati dai genitori biologici. Quindi il duro lavoro dei genitori adottivi è quello di rappresentare per questi bimbi la necessaria fonte di conforto rispetto a questa fonte di dolore legata al rifiuto subito. E quindi per il mio interlocutore non è possibile annullare la delusione, ma è possibile ricercare la fonte del conforto in nuove relazioni affettive.
Milano, 2 gennaio 2024

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