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LA RICERCA PSICOANALITICA
Intervento sul sentimento di risarcimento
Giorgio Ivancevich*
Al di lą del "risarcimento" attraverso un'altra persona
e sua funzione, da te mirabilmente descritto,
io rifletto continuamente sull'uso massiccio
che si fa di esso in tutte le circostanze della vita che
ledono la rappresentazione del sč ideale,
che sembra basarsi, penso per la "sicurezza" che fornisce,
inconsciamente su un'idea/base: quella del "diritto"
ad avere delle cose giuste al tempo giusto.
Credo che faccia parte del bagaglio psicobiologico
con cui nasciamo: dallo stato fusionale dei primi mesi,
che se č non dato crea un arresto evolutivo in attesa
del risarcimento (per non accettare il ridimensionamento
dell'immagine perfetta e completa e quindi fonte
di insicurezza profonda) fino a tutte le cose
o situazioni che lo feriscono creando la sensazione
di leso diritto, quindi di
"ingiustizia", da cui il rinforzarsi tutta la vita della necessitą
del risarcimento, spostata al di lą della vita da tutte le religioni,
visto come la vita e gli uomini sono "ingiusti"..
perfino Dio pretende un risarcimento,
secondo l'orrenda favola dei cattolici, col sacrificio del figlio.
Non accettiamo che la giustizia ed il diritto che
dovrebbero governare la nostra esistenza per mantenerla
"perfetta" non esistono ed evitiamo il lutto immaginandola
"perfezionata" almeno dopo.
Ci salviamo cosģ da terribili angosce legate alla condizione umana,
in cui la possibilitą di coscienza, potenzialmente devastante
e annichilente, ha dovuto equilibrarsi con una speranza
in cui il bisogno ha superato qualsiasi possibilitą critica
e la necessitą di crederci mantiene gli uomini in uno stato di estrema credulitą...
Scusa la frettolositą con cui rispondo allo stimolo che,
come spesso accade, mi hai inviato
ed ha incrociato un trenino di mie riflessioni.
Firenze, 20 giugno 2020
*psicologo e psicoterapeuta,
membro del comitato scientifico
Copyright (c) Giorgio Ivancevich 2020
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